2014
- Foto conferenza
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Partecipazione FoodPower al ciclo di seminari
Interfacce culturali e sensorialità digitali
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DIpartimento di Scienze Sociali, Università degli Studi Federico II
23 mag 2014 Napoli
- Video performance
2012
Presentazione IDENTITA' AFFAMATE
Feb 2012 Milano
guarda il sito
Video performance BEGGAR'S FOOD
Presentato all'UMAMIfestival di NewYork
2011
Selezionato nella sezione "Beyond"
del MEMEFEST
Selezionato a ISEA nella sezione "Critical Approaches to Mainstream and Consumption II"
Performance
Beggar's Food
2 feb 2010 Milano
- Concept
Beggar's Food
Ho fame / Hai Fame?
Concept
Gli chef di Beggar´s Food offriranno al pubblico che parteciperà alla performance un piatto di zuppa, piatto legato alla tradizione della cucina povera. Esempio di social diet, la zuppa è in grado di sedurre il gusto, dare conforto e rifocillare dal freddo invernale in modo genuino ed economico.
Beggar´s Food è un evento legato al cibo e al piacere del palato, ma allo stesso tempo vuole essere un prototipo per la creazione di un nuovo modello economico, un´inversione del meccanismo di domanda / offerta per chi vive situazioni di disagio economico e sociale. "Ho fame" è un´affermazione, ma al tempo stesso una domanda, che affolla in maniera problematica le strade di città come Milano: marciapiedi, metro, tram, sono teatro delle richieste sempre più pressanti di chi ha fame, di chi non ha un tetto, di chi non ha neanche il minimo indispensabile per poter sopravvivere. La richiesta di cibo passa attraverso la pulizia del vetro al semaforo, il gadget dell´ambulante, la rosa al tavolo del ristorante, echi petulanti di una domanda che si moltiplica in maniera incontrollabile. La risposta è spesso estraneità e distacco verso queste richieste, in molti casi, sfruttamento. In un´economica liberista le relazioni economiche sono regolate dalla legge della domanda e dell´offerta. Per domanda di un bene s´intende la sua richiesta da parte della collettività ad un certo prezzo e in un determinato momento.
Il povero non ha denaro, non può corrispondere un prezzo, ed è per questo che la sua domanda resta esclusa dal mercato. Esclusione economica che diventa esclusione sociale e alimenta meccanismi di sfruttamento della forza lavoro. La forza lavoro è infatti l´unica offerta che il povero può fare giocando al ribasso del proprio costo. L´immigrazione, fenomeno che forse più di altri alimenta la crescita del numero di poveri nelle economie occidentali, diventa una sacca di patrimonio umano dal quale le aziende manifatturiere traggono profitti con costo del lavoro, cioè manodopera immigrata, a bassissimo costo. La riduzione del costo della manodopera è uno delle strategie tramite le quali le aziende possono ottimizzare i guadagni: pagando meno il costo del lavoratore possono ridurre le spese e quindi incrementare il guadagno finale. Per far questo molte aziende manifatturiere delocalizzano la produzione, cioè spostano la propria produzione fuori Italia, in paesi, come quelli dell'Europa dell'Est, che hanno un costo della manodopera più basso che nella nostra nazione.
Alcuni tipi di aziende manifatturiere non possono applicare questo meccanismo di delocalizzazione proprio per la natura stessa della propria produzione, che prevede ad esempio una coincidenza tra il momento della produzione e quello della vendita. Questo tipo imprese manifatturiere utilizzano strategie differenti per ridurre il costo del lavoro rimanendo in Italia. Tra questo tipo d´attività rientra, ad esempio, la ristorazione, nella quale molto spesso si fa uso di migranti e nuovi poveri, che si offrono sul mercato a prezzi stracciati e senza minime garanzie contrattuali. Di fronte quindi all´impossibilità di sfruttare il migrante nel proprio paese, attraverso la de-localizzazione della produzione, alcuni tipi di produzione escogitano modalità, per la maggior parte illegali, di sfruttarlo "in casa nostra´. Il problema della domanda "Ho fame" e le sue conseguenze sono al centro del concept di Beggar´s Food. La performance prende il titolo dalla pièce teatrale L´Opera da tre soldi di Bertold Brecht, a sua volta tratta dalla commedia satirica L´opera del mendicante di John Gay del 1727. Nel testo originale, Gray rende i poveri, i mendicanti, i reietti della società, eroi di un mondo alla rovescia. Gray innesca un ribaltamento dei valori della Londra a lui contemporanea per presentare, di riflesso, l´immagine di corruzione e immoralità del sistema politico e dell´alta società.
Allo stesso modo, la performance Beggar´s Food, isola il fenomeno sociale dell´escluso, del povero, lo rende azione di strada, situazione nella quale imbattersi, provocando però un ribaltamento delle regole alle quali giocare. Beggar´s Food, infatti, inverte la domanda assillante del povero plasmandola fino a diventare un´offerta: "Ho fame" diventa "Hai fame?´. Grazie alle competenze e all´esperienza di Massimo Bernardi e dello staff di Dissapore, il povero entra nel mondo del food, diventa autore di un´offerta invece che vittima della propria domanda.
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- Comunicato stampa 1
Dissapore presenta
Beggar's Food
Ho fame / Hai Fame?
FoodPower performance
Martedì 2 Febbraio 2010 ore 17.30
Milano | Piazza Argentina
Concept | Franca Formenti
Martedì 2 febbraio 2010 alle ore 17.30 Dissapore è lieto di presentare Beggar"s Food | Ho fame / Hai Fame?, performance progettata dall"artista Franca Formenti e realizzata in collaborazione con il direttore di Dissapore, Massimo Bernardi.
L"evento nasce all"interno di FoodPower, progetto ideato da Franca Formenti nel 2007 e sviluppato in una serie di azioni e performance attraverso le quali ripensare il cibo, inteso come strumento e fulcro di meccanismi di potere.
Non è un caso che agli inizi di un nuovo secolo il cibo diventi, com"era già successo agli albori della modernità, un fenomeno culturale. Stiamo vivendo una fase di trasformazione sociale, di adattamento ad una nuova forma di capitalismo, il capitalismo della conoscenza. In questa nuova fase il cibo diventa un oggetto culturale centrale.
" Siamo idealisticamente abituati al fatto che la cultura stia nei piani alti della nostra vita, stia un po" sopra di noi, sia il prodotto più alto e più nobile del nostro cervello, dimenticando spesso il nostro stomaco. In alcuni momenti di transizione il cibo diventa un fattore di riflessione. Il cibo ci ricorda che il nostro corpo continua ad essere lo strumento privilegiato anche del nostro pensiero, anche di quanto di più immateriale, di più nobile e di più ignobile l"essere umano possa produrre" . (Antonio Caronia)
FoodPower è un work in progress di azioni e situazioni che coinvolgono pubblico e professionisti del mondo del food, incursioni creative che agiscono sui diversi modi di vivere il cibo e i comportamenti che esso genera.
In contemporanea con l"edizione 2010 del congresso milanese Identità Golose, appuntamento di rilievo internazionale dedicato alla cucina d"autore, Beggar"s Food | Ho fame / Hai Fame? porta a Milano, in Piazza Argentina, uno stand gastronomico, grazie al quale il pubblico potrà acquistare cibi preparati da alcuni chef veramente d"eccezione. Beggar"s Food sarà, infatti, occasione per degustare piatti realizzati da alcuni migranti e senzatetto che, in seguito ad un training realizzato dallo staff di Dissapore, punto di riferimento importante per il mondo del food nelle sue più varie accezioni, hanno acquisito un alto grado di competenza e professionalità nell"ambito della ristorazione.
Gli chef offriranno al pubblico che parteciperà alla performance un piatto di zuppa, piatto legato alla tradizione della cucina povera. Esempio di social diet, la zuppa è in grado di sedurre il gusto, nutrire in modo sano e rifocillare dal freddo invernale in modo genuino ed economico. Beggar"s Food è un evento legato al cibo e al piacere del palato, ma allo stesso tempo vuole essere un prototipo per la creazione di un nuovo modello economico, un"inversione del meccanismo di domanda / offerta per chi vive situazioni di disagio economico e sociale. " Ho fame" è un"affermazione, ma al tempo stesso una domanda, che affolla in maniera problematica le strade di città come Milano: marciapiedi, metro, tram, sono teatro delle richieste sempre più pressanti di chi ha fame, di chi non ha un tetto, di chi non ha neanche il minimo indispensabile per poter sopravvivere. La richiesta di cibo passa attraverso la pulizia del vetro al semaforo, il gadget dell"ambulante, la rosa al tavolo del ristorante, echi petulanti di una domanda che si moltiplica in maniera incontrollabile. La risposta è spesso estraneità e distacco verso queste richieste, in molti casi, sfruttamento.
Il problema della domanda " Ho fame" e le sue conseguenze sono al centro del concept di Beggar"s Food. La performance prende il titolo dalla pièce teatrale L"Opera da tre soldi di Bertold Brecht, a sua volta tratta dalla commedia satirica L"opera del mendicante di John Gay del 1727. Nel testo originale, Gray rende i poveri, i mendicanti, i reietti della società, eroi di un mondo alla rovescia. Gray innesca un ribaltamento dei valori della Londra a lui contemporanea per presentare, di riflesso, l"immagine di corruzione e immoralità del sistema politico e dell"alta società.
Allo stesso modo, la performance Beggar"s Food, isola il fenomeno sociale dell"escluso, del povero, lo rende azione di strada, situazione nella quale imbattersi, provocando però un ribaltamento delle regole alle quali giocare. Beggar"s Food, infatti, inverte la domanda assillante del povero plasmandola fino a diventare un"offerta: " Ho fame" diventa " Hai fame?". Grazie alle competenze e all"esperienza di Massimo Bernardi e dello staff di Dissapore, il povero entra nel mondo del food, diventa autore di un"offerta invece che vittima della propria domanda. Un"offerta che si realizza, inoltre, come offerta economica, dato che il pubblico potrà corrispondere del denaro. Libera offerta o ennesima elemosina, simbolo che concretizza, ancora una volta, nello " spazio" della performance, la relazione cibo-denaro alla base del modello economico liberista.
Beggar"s Food sarà inoltre un video, realizzato da Franca Formenti, e visibile sul sito Food Power (www.foodpower.it).
Dissapore nasce nel 2009 per iniziativa di Massimo Bernardi in collaborazione con una serie di editor associati , con l'obiettivo di realizzare uno spazio di informazione e riflessione sul cibo e sul vino e fornire una rilettura in tempo reale sulle top news gastronomiche. Disegnato da Tiziano Fogliata con la grafica di Antonio Tomacelli, Dissapore vuole essere un incontro tra il modello editoriale tradizionale della rivista e quello innovativo del blog. Una redazione dinamica di collaboratori che mescolano contenuti testuali e multimedialità, grazie ai contributi video, per proporre un antidoto alla dose quotidiana di giornalismo gastronomico servile e insipido, alleggerito dal piacere di scoprire, cucinare, mangiare e condividere grande cibo. Beggar"s Food è un evento ideato da Franca Formenti, realizzato in collaborazione con Massimo Bernardi e Dissapore (www.dissapore.com).
Media partner e ufficio stampa: Digicult (www.digicult.it). Testo critico: Antonio Caronia
Riprese video, regia e montaggio: Franca Formenti
Beggar" s Food Ho fame / Hai Fame? Martedì 2 Febbraio 2010 ore 17.30 Location: Piazza Argentina - Milano Concept: Franca Formenti Link: www.foodpower.it | www.dissapore.com Info: info@foodpower.it | press@digicult.it Ufficio stampa: Claudia D"Alonzo (Digicult)| mail: press@digicult.it | tel: +39 347 8566487
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- Comunicato stampa 2
Cibo in strada o da strada o per strada ma sempre sulla strada.
La strada metafora anche di chi è rimasto senza un tetto e senza un lavoro, di chi è costretto ad andarsene dal proprio paese o di chi semplicemente si è solo stancato di far parte di un meccanismo spietato che non perdona coloro che rimangono indietro. Una strada o una piazza milanese d'inverno potrebbero anche essere vissute con la speranza di riuscire, nonostante tutte le difficoltà, a sopravvivere al gelo metropolitano, almeno un'altra volta.
Milano, da sempre città degli affari per antonomasia, città da bere, e ora, grazie all'Expo, da mangiare, anzi divorare a morsi con il rischio di ingozzarsi senza averne assaporato il meglio. Perchè, si sa, l'economia capitalista come quella che permea la vita milanese è, o almeno sta cercando di tornare ad essere, ingorda, bulimica e tende a fagocitare anche se non ha fame, solo per la smania di accumulare, con l'ambizione di tornare a imporsi sulle scene mondiali come in passato, quando risplendeva grazie alla moda e al design. La nuova chiave del successo però è ora da ricercarsi nell'arte della cucina creatrice di Identità Golose, manifestazione sublime e capricciosa di una sindrome da prima donna che minaccia di eclissare con elegante maestria sia le famose settimane della moda che quelle del design.
Sarà lei la nuova star business del futuro milanese? Sarà lei quella che farà ballare sui tavoli i giovani broker di Piazza Affari? Sarà lei a consacrare lo star system dei grandi chef come nuove icone del terzo millennio?
Foodpower dice si, sarà lei che con gioia innovativa e polemiche scontate cambierà le carte in tavola delle coordinate milanesi, trasformando la mappa del quadrilatero della moda in un quadrilatero di eventi food and wine . E chissà che anche moda e design non si adeguino inchinandosi al nuovo dio cibo? In fondo anche nelle vetrine più chic quest'anno è stato esposto cibo in bella vista e nelle campagne pubblicitarie il bel maschio latino pasteggia con gusto e virilità. Chissà che in quelle delle griffes più famose non ci finisca un culatello o un piatto d'autore pur di far quadrare i bilanci?
Al centro di questo terremoto visionario di amori, invidie e guerra dei coltelli, FOODPOWER cercherà di adeguarsi alla nuova filosofia lombarda, o meglio milanese, della città che corre, e farà un tentativo di sfruttamento etico di un senza tetto invitandolo a prendere consapevolezza del suo essere e ottimizzando al massimo il suo stile di vita, traendone profitto. Anche poco ma pur sempre profitto.
Se la gente che abita la strada aumenta, se dà fastidio, se toglie decoro alla città, perché non provare ad inventare un nuovo modo di elemosinare, uno che sia in grado paradossalmente di creare profitto? Secondo la cinica filosofia del profitto, ogni gesto dell'essere umano deve essere finalizzato al tentativo di creazione di un affare economico, perchè non è forse l'economia il più grande pilastro della società? In fondo Shockeconomy di N. Klein diceva anche questo. Se quindi viviamo in una società schizofrenica in cui la multinazionale tiranneggia e solo chi ha il senso del business può vincere, in cui la lotta al cambiamento a nulla serve se non a distrarre le menti e a soffocare il comune senso di colpa, non potrebbe la contestazione, anche online, diventare una sorta di terapia di massa? Siamo tutti appagati e convinti di aver ingannato un sistema che fa muovere miliardi per il solo fatto che consumiamo elettricità per collegarci in rete. Evitando però digressioni prolisse circa l'inganno e concentrando invece l'attenzione sul tema del cibo prendiamo ad esempio un "soul-coach", cioè "un addestratore dell'anima", come Dan Lerner, che con rigore condito di carisma inizia al rito della cucina, o meglio dello star in cucina, uno dei tanto esclusi dalla società. D'altronde il mendicante non mostra sempre un cartello con scritto "HO FAME" FOODPOWER ha capovolto la richiesta in offerta: "HAI FAME?" A volte avere fame non significa voler mangiare ma voler essere sfamato da altri con premura e attenzione .
Indagare sul meccanismo del crescente fenomeno dello street food, del consumo fuori casa di un pasto caldo che ritempri l'animo e rinvigorisca i sensi. Il cibo di strada: territorio vasto e ancora misterioso sia dal punto di vista commerciale che da quello culinario, almeno qui in Italia.
Il senza tetto offre un servizio di breve ristoro al passante chiedendo un offerta. E allora perchè non creare un business e trasformare lo slogan padano "aiutiamoli a casa loro" in "usiamoli a casa nostra"? Foodpower rappresenta un'ardita ma necessaria e divertente innovazione del modello economico, tesa a ribaltare il degrado delle strade milanesi e a far rinascere il tradizionale salotto del nord. Anche chiedere la carità diventerà un'azione di street art redditizia e appetitosa.
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- Testo di A. Caronia
Vestire il corpo, nutrire il corpo
di Antonio Caronia
Come dubitare che il cibo sia una delle componenti più importanti di ogni costellazione culturale? Come si potrebbe dimenticare che una delle ricostruzioni più ambiziose delpensiero mitico universale parte, nell'antropologia del Novecento, proprio da una"mitologia della cucina", dall'opposizione fra il crudo e il cotto? Come trascurare l'importanza degli studi sulla "cucina del sacrificio" nella Grecia classica per delineare origini e discontinuità della cultura occidentale? Come negare che uno studio della mela o del formaggio paia a volte il percorso più sicuro (anche se non il più lineare) per arrivare a comprendere il ruolo centrale del corpo nell'universo simbolico dell'uomo? Eppure... Nonmi interessa qui tanto (forse non ne sarei neppure capace) di tentare un'ennesima ibridazione fra Lévi-Strauss, Detienne, Vernant e Camporesi. Voglio fare invece una riflessione molto più modesta - e più aderente alla cronaca culturale - sulle ragioni per cuioggi, nella produzione gio rnalistica, nei progetti degli artisti, negli interessi degli sponsor, il cibo sembra avviarsi a soppiantare la moda. Perché è indubbio: la moda, che alla fine del secolo scorso era parso l'elemento più adatto ad assicurare il legame fra cultura materiale e cultura dell'immateriale, nell'immaginario oggi segna il passo, mentre salgono le azioni del cibo. Non è forse più così tanto divertente vestire i corpi, e bisogna invece prima ditutto nutrirli? (continua)
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- Foto preview di F. Formenti
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- Foto perform. di M. Assari
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- Video trailer
2010
- Testo di L. Valeriani e video performance
Documentario
Milano
- L'inguardabile incesto gastronomico
Performance
Facoltà scienze della comunicazione
Università La sapienza
20 luglio 2010 Roma
- Foto perform. di M. Assari
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- Video performance
Performance
- Portrait di O. Farinetti 1
- Portrait di O. Farinetti 2
- Foto perform. di F. Formenti
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2009
- Comunicato stampa
STREET FOOD ESCORT
Nei giornali e blog non si parla che di cibo FOOD FOOD FOOD Dalle critiche fatte a Ferran Adrià e al suo allievo Massimo Bottura sulla cucina molecolare, sostenendo che usano sostanze tossiche per l'organismo, portate ora anche in prime time La filosofia di Slow Food e di Oscar Farinetti con la sua Eataly, che diffondono la cultura del cibo buono, giusto e di stagione , con la moglie di Obama al seguito che ha deciso di fare l'orto alla Casa bianca seguendo le indicazioni di Petrini di Slow Food, appunto. Le ultime regole sul consumo di cibo per strada in Lombardia . Ferran che diventa una sorta di FOODPUSHER perchè il suo cibo è alterato, modificato, destrutturato e più lo attaccano e più acquisisce fascino, perchè siccome viviamo nella società dell'uso di sostanze, dallo psicofarmaco alle droghe chimiche, cosa può esserci di piu affascinante di un cibo alterato, di un cuoco che prima di farti assaggiare determinati alimenti ti invita ad aprire la bocca per spruzzarti qualcosa sulle mucose? Un fascino sottile, di qualcosa che entra in te modificando la percezionedel sapore o della sua scoperta. Così, più ci roviniamo con junk food piu cerchiamo poi l'eccellenza del buono e genuino, il cibo giusto, come se fosse una sorta di fitness del palato, confermando la schizofrenia della società in cui stiamo vivendo.
FOODPOWER proporrà una STREET FOOD ESCORT che compirà l'azione di distribuire cibo per strada, invitando i passanti gentilmente a favorirne: una sperimentazione per capire come un individuo accetti caramelle da una sconosciuta, interagisca con lei e quanto sia importante la fruizione del cibo ora e perchè, soprattutto in un momento dove la paura e l'ansia regnano indisturbate sulla metropoli milanese.
Ciò che tenterà di radiografare FOODPOWER è una documentazione di come il cibo sia sempre più protagonista della nostra epoca, di nuovi cyborg che affidano alle papille gustative la loro appartenenza a un mondo sempre piu digitale, virtuale, solitario ma ancora legato ad una realtà decadente e sempre più buia. La gestualità di mettere in bocca, succhiare, mordere, leccare, deglutire, per viverlo il cibo che ci attraversa l'organismo sprigionando ora effetti piacevoli e sani come il Food di Eataly ora il dubbio che forse è tossico o alterato, manipolato ma pur sempre attraente e irresistibile come dimostrano i dati sulle tentate prenotazioni per una cena da Ferran, che dichiara due milioni di richieste all'anno al El Bulli ,nuova icona del terzo millennio, colui che ti mette in bocca una nuova sostanza di manipolazione alimentare ...metafora di una fellatio rivisitata, per passare al divieto di mangiare in un luogo, tralasciando la polemica se l'ordinanza sia democratica o no ma concentrandosi sul significato sociologico di come la possibilità di fruire di un cibo possa diventare fuori legge quindi carica ancor più di significato e fascino....
La bottega artigianale che diventa una sorta di Coffee Shop, lo puoi consumare solo all'interno, non in giro :-) usciremo tutti strafatti da questi luoghi di perdizione?
Stanislao Porzio racconta nel suo libro "Cibi di Strada" che a differenza del "fast food",però hanno una storia da raccontare.
Una storia di persone non di tempi-procedure-metodi. e così si apre un mondo a porte chiuse...
Concept FOODPOWER Franca Formenti
FOODPUSHER: Anure Babatawalagamage
STREET FOOD ESCORT: Emanuela Suanno
WINEPUSHER: Dan Lerner
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- Foto di F. Formenti
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- Video performance
Performance
Duet Art gallery
13 Set 2008 Varese
- Concept
Concept
Il primo istinto di qualsiasi essere vivente è di nutrirsi e da questo bisogno primordiale ed irrinunciabile nasce il potere del cibo. Questo è il concetto che la performance FOODPOWER tenterà di mettere in rilievo. L´invito ai visitatori di presentarsi a digiuno rappresenta paradossalmente un presupposto della performance stessa.
Restituire al cibo il suo potere insostituibile molte volte trascurato, ma soprattutto indurre il pubblico a riflettere sul "nuovo" ruolo a cui il cibo è destinato sarà l´obiettivo di FOODPOWER. Per inquadrare il tema vanno primariamente considerati: l´incremento del prezzo del petrolio e della domanda di biofuel, la trasformazione della domanda di mercato causata dalla diversa distribuzione dei redditi nelle diverse aree geografiche nel mondo, la sempre più marcata differenza della qualità del cibo tra le classi meno abbienti e quelle più elitarie, che vivono il cibo come un lusso, giungendo ad idolatrare gli chef più famosi alla stregua di nuove icone del terzo millennio e sostituendoli, probabilmente in un prossimo futuro, a quella dello stilista ormai completamente clonato dalla riproducibilità del fashion system.
Il cibo e le sue manipolazioni sono infatti diventati un "nuovo lusso" per pochi addetti e pochi spettatori,ma forse proprio partendo dal considerare questo aspetto di assoluta esclusività si può riscoprire il mistero dell´arma più antica e potente che ci sia : LA FAME nel senso più estremo o LA GOLA quale trasgressione ,che pur portano sempre alla perversa distorsione di tanti atteggiamenti umani. Franca Formenti cercherà, utilizzando i luoghi della galleria Duetart, di accompagnare il pubblico in un percorso che solo ad una prima superficiale analisi può sembrare di una disarmante semplicità, ma che al contrario, prestando attenzione ad ogni sfumatura porterà ad una sostanziale manipolazione del contesto rendendo il visitatore "vittima" della rappresentazione ... e la provocazione diverrà uno spunto per pensare al cibo in modo diverso.
La performance sarà accompagnata da un video di presentazione in cui lo chef Ferran Adrià spiegherà il suo concetto d´arte e alta cucina, antiche aziende come Parmigiano Reggiano e prosciutto San Daniele concederanno all´arte di invadere alcuni spazi produttivi per interpretare i loro prodotti in modo totalmente inedito, la facoltà di Scienze Gastronomiche di Pollenzo -unica in Italia- spiegherà l´importanza di consumare cibo di stagione e un´anziana signora del sud insegnerà ad un´ adolescente i segreti dell´antico rito della panificazione . Ciò per rappresentare, anche attraverso molti altri profili, il cibo vissuto come protagonista di questo nuovo millennio in cui il mondo occidentale appare inesorabilmente in declino a causa delle crisi del pianeta.
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- Comunicato stampa
FRANCA FORMENTI
FOODPOWER
Testi di Tatiana Bazzichelli e Antonio Caronia
Inaugurazione 13 Settembre 2008
ore 19.30 Performance
con la collaborazione degli studenti del corso di Laurea di Scienze della Comunicazione e del Corso di Laurea Specialistica di Scienze e Tecniche della Comunicazione dell'Università Insubria.
Si invitano i visitatori a presentarsi a digiuno http://www.foodpower.it/
duetart gallery vicolo Santa Chiara 4 / Via Griffi 3 / 21100 Varese / Italy / tel. +39 0332 231003 / www.duetart.com / info@duetart.com
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- Testo di T. Bazzichelli
Hack the Root! Alla radice del Foodpower
di Tatiana Bazzichelli Food Power.
Chi detiene oggi il potere di distribuzione delle risorse alimentari? Chi controlla la proprietà intellettuale e materiale delle nuove tecniche di coltivazione? Cosa sta alla radice del processo di introduzione degli organismi geneticamente modificati (OGM) nel settore agroalimentare? Per utilizzare una terminologia cara a Gilles Deleuze e Félix Guattari (1976), che in questo caso si adatta perfettamente a livello metaforico alla performance Foodpower ideata da Franca Formenti, siamo di fronte a un bivio fra una concezione rizomatica (da rizo-, radice), e una concezione arborescente della produzione e dell´economia. Letteralmente, la caratteristica propria del rizoma è quella di sviluppare autonomamente nuove piante, anche in condizioni sfavorevoli. Metaforicamente, il pensiero rizomatico è in grado di stabilire connessioni produttive in qualsiasi direzione: in questo modello tutti contano allo stesso modo e nessuno può sentirsi autorizzato a prevaricare sugli altri. Esistono svariati nodi di comunicazione, che non possono essere controllati o gestiti da un unico apparato, anche perché limitandone uno, non viene determinato automaticamente il blocco delle attività degli altri, che risultano di pari importanza nella struttura comunicativa a rete. Invece, il modello arborescente procede gerarchicamente e linearmente, seguendo categorie binarie rigide e dualistiche. La dialettica fra pensiero arborescente e rizomatico si può applicare al dibattito fra copyright e copyleft, tra flusso di informazioni chiuse ed aperte, tra free software e brevetti di prodotti d´ingegno protetti da copyright. Nella concezione del free software, cara a chi si riconosce nell´attitudine e etica hacker, è insita una visione politica dell´uso della tecnologia come veicolo di libertà, attraverso la possibilità di scambiare, manipolare, modificare e distribuire un prodotto/idea senza restrizioni. Un rizoma tecnologico che si apre a una collettività di individui che fa dello scambio e della collaborazione a rete la logica principale. Al contrario, i software protetti da copyright non permettono l´accesso al codice sorgente per modificarlo e ridistribuirlo liberamente, rimanendo così nelle mani dei pochi che ne detengono il monopolio. Questa dinamica si adatta perfettamente al dibatitto insito nella produzione di coltivazioni OGM e alla problematica degli equilibri di potere fra paesi sviluppati e in via di sviluppo. Da una parte, come i sostenitori della ricerca sugli OGM affermano, tale produzione ha il beneficio di supplire alla carenza di cibo per i paesi meno ricchi, permettendo di gestire il processo di coltivazione in maniera più controllata; dall´altra, rischia di generare una pesante influenza sulle economie agricole deboli o in crisi, con il risultato di colonizzare la produzione alimentare, indebolire l´economia agricola locale e generare potenziali rischi per l´ambiente nelle aree rurali soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Come i software brevettati, le piante OGM non sono riproducibili liberamente, e vincolano i produttori al riacquisto delle sementi di anno in anno. Le grosse compagnie che producono i "codici sorgenti" dei prodotti agricoli, come Roundup Ready e Monsanto, TBA, Bt Corn e Golden Rice, detengono quindi il potere di accesso, di produzione e distribuzione delle risorse, creando una situazione di debito prolungato per i piccoli produttori. Situazione che si aggrava maggiormente se si considera che lo sviluppo di coltivazioni OGM avviene soprattutto in Argentina, Brasile, Sud Africa, India e Cina, in cui l´agricolutura costituisce una gran parte dell´economia nazionale. Foodpower è una dimostrazione, in scala ridotta, di questa colonizzazione delle risorse del pianeta, del contratto che vincola gli agricoltori a ricomprare di anno in anno la semente venduta dalle società monopoliste e dei rapporti di forza fra chi ha accesso alla produzione e mantenimento del cibo e chi invece deve comprare, chiedere o ottenere in posizione subalterna. In Foodpower, alcune persone hanno il privilegio di accesso al cibo, hanno il potere di distribuzione e possono decidere se mantenere il monopolio delle risorse alimentari o aprire un canale di scambio e interazione con gli altri partecipanti attivi nella performance. Questi sono obbligati a interagire con i partecipanti-possessori del monopolio del cibo per potervi accedere e devono ideare degli "hack" per oltrepassare i limiti del flusso alimentare chiuso. Copyright e copyleft trovano qui la loro materializzazione culinaria. Ma come in ogni performace, le reazioni di questo microcosmo possono essere inaspettate, considerando che, come Victor Turner insegna, è proprio durante la "messa in scena" che vengono riscritti, rimodellati e modificati i codici e le categorie condivise in una determinata società. Situazioni attive che potenzialmente si liberano dal concetto di codice e categoria stessi per diventare sperimentazione e improvvisazione. Un´occasione per hackerare le logiche del Foodpower che caratterizzano la società arborescente del nostro presente, gettando i partecipanti della performance nelle trame di una rete interpersonale capace di autoalimentarsi attraverso la collaborazione di una comunità. Una possibilità di rendere i canali di potere aperti attraverso il cibo, permettendo la diffusione della comunicazione in modo orizzontale e reticolare. Un modello di ricerca e sviluppo rizomatico, senza un centro che funga da emittente privilegiato, attraverso un flusso di dati libero da distorsioni o mediazioni ufficiali.
Settembre 2008
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- Testo di A. Caronia
Dal dire al fare c´è di mezzo il mangiare
Mi pare che il modo migliore per commentare il lavoro di Franca Formenti Foodpower sia sottolineare il modo limpido e quasi trasparente (vedremo poi quanto questa sensazione sia ingannevole) con cui esso si collega a una delle tendenze più diffuse e significative dell´arte contemporanea, cioè quella del suo carattere linguistico. L´arte contemporanea, da Duchamp in poi, e ancora di più da Kosuth in poi, è un´arte prevalentemente concettuale: ma per gli esseri umani "arte concettuale" significa essenzialmente arte linguistica, perché è il linguaggio il tramite, anzi la base su cui gli esseri umani costruiscono i concetti. C´è un equivoco, potrebbe commentare il frequentatore di gallerie d´arte e di vernici di mostre: le arti visive (lo dice il nome stesso) sono fatte di immagini, non di parole. Ma l´equivoco (che non è tale perché storicamente è stato proprio così) che le arti visive fossero arti di immagini, nel corso del Novecento si è a poco a poco dissolto. (continua)
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- Foto di M. Assari/E. DeMatteis
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- Video performance
2008
Artiglierie dell'Arsenale di Venezia, Biennale di Venezia, 11a Mostra Internazionale di Architettura.
2007
- Testo di A. Camellini
Come rivoluzioniamo il mondo con il cibo
Come rivoluzioniamo il mondo con il cibo. Contestazione, sovversione, hacking, seduzione?
Il cibo è il valore primario con cui diamo e riceviamo vita. Esso influenza il nostro stato d´animo, il nostro comportamento, in modo latente. L´archetipo primario di questo gesto di vita è l´allattamento ma si passa attraverso gli usi e i costumi di svariate civiltà e usanze che è importante citare. Nelle popolazioni matriarcali il cibo ha avuto sempre molta più importanza, nei tempi antichi. Mentre i greci esaltavano la misura e la moralità anche nel cibarsi, i romani avevano un´idea molto meno disciplinata del mangiare. Erano conosciuti per essere capaci di mangiare per giorni. Ma questa caratteristica l´avevano presa da un popolo che li soggiogò per molto tempo, durate la monarchia, gli Etruschi. Essi erano una popolazione matriarcale, di cui purtroppo si sa molto poco perché non si conosce il loro alfabeto e la loro scrittura. Quindi abbiamo solo documenti indiretti che fanno riferimento a un atteggiamento molto libero delle donne, considerato immorale in altri contesti. Ma questo era probabilmente un motivo di fascino, che questa popolazione esercitava sulle altre popolazioni italiche circostanti. Per quello che riguarda invece i documenti diretti, gli unici che possiamo interpretare sono i documenti artistici, in particolare le statue. Le statue etrusche erano caratterizzate da un ricerca tecnica del tutto parallela a quella delle statue greche, quindi provviste di tutte le proporzioni che costituivano l´armonia estetica dell´epoca. Ma mentre nel Peloponneso gli oggetti e uomini riprodotti erano atleti, e in seguito presso i romani, saranno gli uomini di potere, gli etruschi amavano riprodurre coppie o personaggi importanti durante il banchetto. I tratti erano orientali, mentre spunta un particolare, una tendenza al gonfiore addominale, di queste statue, che sembrano voler esaltare il piacere terreno nel senso più ampio, sia come coppia fertile che come singolo. Insomma non c´è una sola statua etrusca che non esponga agli occhi di chi guarda il piacere del cibo, e il suo fascino. Ma qui finisce il nostro viaggio negli archetipi classici antichi, e possiamo parlare della contemporaneità. Il rapporto con cibo ai giorni nostri è molto più intenso, si potrebbe dire, violento. Ne abbiamo continuamente di fronte agli occhi i lati più forti e meno mediati. Il cannibalismo, nonostante la sua lontananza dalla nostra cultura è stato studiato, a livello antropologico e psicologico. Chi non ricorda La figura di "Hannibal Lecter" nel film, "Il silenzio degli innocenti"? Il protagonista del film, mangiando le sue vittime, mette in atto uno schema filosofico di supremazia e potere, si appropria della loro vitalità. Egli è uno psicologo che risolve in questo modo le problematiche irrisolte, e a volte irrisolvibili, dei suoi pazienti, ma è anche colui che usa il suo cannibalismo per liberarsi dai gioghi che gli impone la società. Quello che colpisce, nel film, è la sua scelta della vittima, come un agnello sacrificale, e il rispetto che invece egli dimostra verso coloro che riconoscono la sua libertà e la sua autorità. Un´altra problematica inerente al cibo è sicuramente quella dell´anoressia-bulimia. Attualmente questa problematica è molto "di moda" ma non si può ridurla a una malattia che riguarda solo le modelle. Il rifiuto del cibo, è il rifiuto della vita terrena, è una ricerca di perfezione razionale e astratta, che si distacca dalla realtà, dalla carne di cui il pensiero è intriso. Rifiuto della vita. L´esatto opposto è la bulimia, che rappresenta una ricerca compulsava di vita e di amore, inarrestabile, che provoca grandi sensi di colpa e scompensi fino rendere l´esperienza del cibarsi una cosa negativa.
Ma torniamo all´hacking perché lo scopo è quello di usare il cibo per rompere i poteri costituiti, per creare una rete innovativa in cui l´amore e la vita passano attraverso un gesto semplice, come quello di Klarissa, un gesto che conserva la vita e le consente di proseguire il suo corso, un gesto che vuole stimolare il gusto del palato per creare una reazione involontaria ma forte. Klarissa vuole darsi, e vuole sedurre la vita, utilizzando la fantasia di castrazione dell´atto della fellazio come un canale esplicitamente sensuale e seduttivo. Klarissa è ciò che la società rifiuta e desidera, ciò che è proibito. Ella è l´incarnazione della fame compulsiva del bulimico, che si sente in colpa, ma che non può fare a meno di sentirsi attratto dal cibarsi, è proibitiva e provocatrice, è l´eccesso di vita, che esercita un potere irrazionale e narcisistico.
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